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piazza castello

Il palazzo al n. civico 19 in piazza Castello a Milano , è stato costruito nel 1889, secondo le fonti dall’arch. Pace, per la Cassa Sovvenzione ai Costruttori con licenza di abitabilità del 27 settembre 1891. Nel corso del tempo non ha subito rimaneggiamenti e superfetazioni. Il palazzo è in stile san micheliano, al piano terra, sul fronte di piazza Castello, quattro colonne tuscaniche in pie tra d’Adda, dominano la facciata. Nonostante l’aspetto irregolare della roccia, la composizione chimica è molto omogenea. 

si compone architettonica mente di tre apparati materici ben distinti:

  • basamento costituito da Ceppo dell’Adda

  • Intonaci decorativi, parapetti ,balconi,

    porta-finestre, elementi architettonici figurativi e floreali in cemento decorativo

  •   Intonaci di Calce

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STATO DI DEGRADO

Il palazzo presentava un massiccio deposito di particellato atmosferico carbonatico, diffuse crepe e fessurazioni su tutte le zone di contatto tra una struttura e l’altra, particolarmente compromessi due balconi aggettanti in facciata verso piazza Castello. Inoltre il fenomeno del biodeterioramento era ben visibile e l’individuazione ad occhio nudo ha permesso di definire l’attacco da macroflora.

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tuttavia la colonizzazione microbica, essendo molto sviluppata per le favorevoli condizioni ambientali e del substrato, è stata facilmente riconoscibile. Il basamento dello stabile, costituito da Ceppo dell’Adda, risultava altamente compromesso da abrasioni ed erosioni acide.

Gli elementi metallici si pre- s ent av ano s uperf ic ialm ent e compromessi da corrosione.

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INTERVENTO DI RESTAURO

A seguito di un’attenta analisi delle due facciate e valutando la leggera invasività dell’intervento di pulitura, si è deciso di procedere, in primo luogo, con il pre consolidamento, operazione eseguita vaporizzando il silicato di etile su tutta la superficie del basamento in ceppo del'Adda per ridare alle zone interessate il ristabilimento della coesione strutturale del materiale in superficie.La pulitura è stata eseguita con la tecni- ca di micro sabbiatura, comunemente definita idro gommage, 

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basata sull’espulsione a bassa pressione di finissime particelle di inerte che permettono l’asportazione delle croste carboniose. L’idro gommage si basa sulla lavorazione con un ugello, a forma conica al’interno, che permette alla rosa di uscita della miscela di avere un diametro di lavorazione pari a sette centimetri circa con il conseguente impatto diretto.La dolcezza dell’impatto, unito ad una leggera nebulizzazione d’acqua, ha restituito al materiale il suo aspetto cromatico originale senza compromettere il supporto

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Tutte le superfici interessate sono state sciacquate per percolazione al fine di eliminare residui di quarzo e permettere l’interventosuccessivo.
A seguito dell’ asciugaturasi è proceduto alla riadesione di parti pericolanti previa pulitura meccanica e per aspirazione delle interfacce; l’ancoraggio è stato eseguito tramite perniature con staffe in acciaio e incollaggio con resine epossidiche. L' 
integrazione di parti mancanti sono state eseguite su richie- sta della DL al fine di restituire unità di lettura architettonica.  Il materiale di struttura cementizia, simile per conformazione e composizione, si è ottenuto per mezzo di calchi in silicone.

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 La ricollocazione delle ricostruzioni strutturali è avvenuta tramite inserimento di perni zincati e incollaggio con resine epossidiche. Le operazioni distuccatura emicrostuc- catura sono state eseguite con malta di calce con composizione di inerti idonei per colorazione e granulometria. La restituzione estetica dei cementi decorativi, originariamente di una cromia sui toni similari alla terra di Siena naturale sono stati recuperati tramite campionature di comparazione all’originale. L’intervento si è concluso con la stesura di un protettivo silossanico e sul basa- mento, fino a tre metri da terra, di un protettivo antiscritta.

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